E non taceva il vento, anzi mi urlava,
su quel colle correva, correva senza fretta
con gli ulivi giocava,
coi salici del viale, e accarezzava
la vecchia croce in cima alla chiesetta.
Mi vezzeggiava:
lei vezzeggiò il mio cuore,
non si resiste a volte alle lusinghe,
mi trasportò nel mondo del suo tempo
i sensi mi stordì
e vissi un’altra vita e fui contento.
Ora tace il vento
e su quel colle cade bianca neve
copre le orme di tanta indifferenza
copre le scritte che lasciai sui tronchi
promesse di un amor che eterno dura
ma che s’è sciolto e posso stare senza.
La sua mano è ora fredda,
ghiacciata anche la mia,
cade la neve candida e non muore
s’ammassa indifferente sui muretti
s’ammucchia anche nell’animo
gelido rende ed insensibile il suo cuore.
Salvatore Armando Santoro
(San Marcello Pistoiese 10.1.2019 – 3,06)
La foto e di Paolo Pallara di Cavaliino (Lecce)