Potrei dormire, abbandonarmi, straziato ali e mani,
all’abbraccio d’un orfico Morfeo,
invece di scriverti,
descriverti nella tua freddezza d’ambra
racchiusa attorno ad una zanzara anofele,
mala femmina,
ore e ore, ore e ore,
anche minuti, a volte.
Potrei dormire, staccando coi denti
- ne ho rotto uno!-
i cento anelli delle mie catene,
sottraendomi, incosciente, alla stretta d’un Orfeo dismorfico,
invece di cantare, coi miei versi seducendo Persefone,
le anime dell’Inferno, i dannati della terra
senza voltarmi, senza incantarti.
Tu, che hai occhi come cieli,
non sai volare;
io, che ho occhi come notti,
non riesco a dormire.
[Galata morente, 2010]
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