Ricordo, anni fa, la giornata all’ospizio di Sesto San Giovanni
decine di vecchi a lanciar versi come in una voliera di barbagianni,
declamavano di amore, campagne, tutti i luoghi comuni del creato
molto simili a muezzin infoiati sui minareti del Califfato.
All’arte di Euturpe hanno dedicato un’intera giornata mondiale
ai nostri eroi un anno intero a far versi non riusciva a bastare,
cantano raggi di sole fino a condurre l’uditorio in stato di choc
e io non riesco a cantare che di Ippocampi avvinghiati a cotton fioc.
Oggi sarà la serata mondiale del corso e concorso
con claque che nemmeno il Berlusca da Barbara D’Urso,
centinaia di scrittori inutili, inquadrati in mostra alle decine di manifestazioni
la maggior parte in cerca di un’ora di noia e i soliti furbi a arraffare gettoni.
La giornata mondiale della poesia mi ricorda la Festa della Donna
milioni di uomini in fila, con mimose, a cantare i loro osanna,
lasciando bicchieri nel lavandino e mutande nella cesta
che tanto, domani, a lavarli sarà compito della Festa.
[inedito, 2019]
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