Nacqui già piena di grazia,
già sacramento;
sulla fronte il segno.
Poi da una gonna rude
come un’uniforme
cadde uno scheletro.
Uno scheletro di donna
portato in processione.
Donna-tutta-luce
Donna-tutta-bianca
Donna-tutta-panna.
Mio padre, san Giuseppe,
pose un sigillo sulla mia gonna
(aveva già perso molti pezzi
nel calderone delle magiare, figlie dei Padri).
Nella vasca per pesci del paese
vedevo teste e interiora di donna,
accanto a onischi vestiti da prete.
Ancora l’Inquisizione.
Io, scalza, spettinata,
mezzo svestita.
Rotta e ricomposta.
Dannato germoglio d’Eva,
sporca puttana.
E tuttavia il segno non morì,
con me, sul rogo.
Rinacqui piena di grazia,
benedetta da una rabbia benedetta
la stessa che mi fa volare coi cigni
là, sul lago, fino alla vetta…
Sorella e figlia
benedetta dagli dei.
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