Io ero matta,
matta da morire,
matta d’amore.
Per questo, puntandomi
dicesti: scelgo te.
Fu un tiro al poligono,
poi t’avventasti
come un corvo avido,
senza nemmono accorgerti
dei lividi.
Io planai verso te,
naufragando in orbita;
la mia carne rabberciata scendeva
dalla tela di una luna bucata.
Amami, amami, amami, ti dicevo
Amami, amami, amami, mi pregavi
e intanto colpivi a morte,
succhiando dai rattoppi
anima in agrodolce.
Nessuna avrebbe amato te,
poco più di un avanzo di galera
e tuttavia certe volte scendeva un seme buono
dal nero della tua codardia,
un rimasuglio di pianto
nascosto in un presepe impolverato.
Ed io ti amai per questo,
perchè scambiai l’amore con la croce;
ma qualcuno era già morto
e la croce solo follia.
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