Cerco la mia casa,
la mia casa dalle porte verdi
e le finestre schiuse come occhi
o segreti, appena intuiti nel candore
di una tenda di trine.
Cerco la mia casa,
schizzata in qualche posto
in qualche angolo di paradiso perduto
che forse non conobbi mai,
gettata nel mondo senza ombrello
come una macchia di paura,
tra gente appena abbozzata
e rumori assordanti
e cose che non potevo capire.
Col tempo
ho dimenticato la mia casa
tenendo dentro il rumore
delle cose perdute
lì, nel mio dolore.
Eppure mi ritrovo,
come un segugio,
sempre,
tra gente estranea o che finge
di conoscermi
e lo dico solo al cielo,
a questo cielo nero di piaghe
e di fumi,
che cerco la mia casa
quella casa che forse
sta nascosta
in un vico senza nome,
in un vico dimenticato
nell'isola del pianto.
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