Sembra non ci sia vita, in te, deserto
perchè severo avvolgi il mio tormento
nei tuoi vuoti e nelle tue desolazioni,
iniziandomi ad antiche e nuove visioni.
Il richiamo di melodie trascendentali,
mi trasporta in dimensioni ancestrali
e in te ha luogo l'antico combattimento
di dei e demoni e illusioni di cemento.
E gli scorpioni mi attentano i calcagni
come le ombre dei tuoi molti regni
nascosti al profano e all'uomo duro
e aperti ai puri e ai cercatori d'oro.
A volte sei una nenia, altre un vagito
sotto gli occhi di pianto spaurito,
eppure fasciano ferite i tuoi soli
e nella pace disvelano fulgenti albori.
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