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Nostalgie crepuscolari

di Marina Pacifici
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Pubblicato il 09/06/2011 17:06:54

S’alzano lievi come farfalle crepuscolari
i miei pensieri
nel cielo carminio del vespro.

Volge a sera il giorno solitario ed aspro
in secca tiro le mie meste reti.

Il pianto dolce della risacca
l’ultimo dardo di sole vermiglio
accende di colore le bianche pareti
della mia solitudine.

E nel cuore mio riarso
dilaga l’incendio di Te,
fiammeggia la nostalgia.

Come folgore di rimpianto
nella tenebra della notte
sei apparso,
mio Orfeo.

Resta con me.

Fermati.

Non andare via.

Destami
nel bagliore d’emozione
del tuo vitale canto.

Tendimi la mano,

amami,

salvami.


E scalza
lo sguardo malinconico ed amaro
riprendo l’erta via dell’esilio
ed un barlume di serenità
al cipiglio crudele, il ghigno feroce dell’esistenza matrigna
torno a mendicare.

Lungo gli impervi sentieri dell’incolmabile assenza.

Lontana la dolcezza del nostro sentiero perduto
fra gli aceri scarlatti,
il tepore dorato d’ottobre gentile
della tua voce,
l’incanto d’irripetibili attimi
forieri di baci
sbocciati all’ombra di sogni rarefatti.

Il silenzio assorto del mio cuore silente
pianta
nel campo desolato e ghiacciato della mia vita
l’ennesima croce.

La tua figura amata nell’ultimo bacio del sole
che s’allontanava oltre il solingo noce.

Eri già inesorabilmente lontano
oltre il fiume
più non udivi
il mio pianto di stelle,
la mia voce.

In volo
cerco il sorriso dei tuoi occhi d’autunno
infinitamente cari,
spiraglio di luce
nella tenebra senza fine dei miei giorni amari.

In volo
freme lo stormo dei desideri compatto
in cerca di Te
oltre l’orizzonte.

Ritroverò il sospiro dell’aurora
il respiro di speranza del giorno
nel bacio di luce
del tuo abbraccio,

ponte di speranza in alto levato
contro il sole nascente
incendiato di ardore scarlatto
nel sospirato ritorno.

In volo
allo zenit del fortunale
Ti ritrovo
nel turbine dell’incontro nella tempesta
la nostra malinconia in assolo…

Per sempre
continuerò Te ad amare
e nell’ombra dolce del tuo sguardo
dove la notte è carezza ed estasi
non tenebra o desolazione.

Mia maestosa quercia
in Te il mio rifugio
la mia incantata selva per sognare.

Nel tripudio cromatico d’autunno senza fine
l’idilliaca emozione
all’ombra degli aceri
culla il nostro canto
dell’estasi sublime d’Amare.

Scende l’argentea pioggia del plenilunio
il volo notturno di baci emozionati freme
nel baluginio languido di stelle su teneri sentieri.

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