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IL COBRA E LA FARFALLA ... Rosaura chi?

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 25/07/2015 04:37:30

IL COBRA E LA FARFALLA

 

Il cobra e la farfalla ... Rosaura chi?

Un’altra volta chiama prima di arrivare! Ma se ti avessi chiamato avrei perso la sorpresa di trovarti nuda. Bel colpo d’occhio, credimi. Niente da ridire sull'armonia delle tue gambe, due perfetti calici colmi di champagne per un brindisi alla patonza. Patonza? Sì, quella. Per non dire delle chiappe, rosate come un granbiscotto appena affettato, piene e armoniose, che sembrano il frutto di attente riflessioni che esulano dallo scrupoloso osservarti, per rivolgersi a pratiche a dir poco oscene, quanto ingorde, degne di un opificio di insaccati: dal prosciutto dolce, al culatello, alla lonza (che fa rima con patonza). Non c’è che dire Rosaura è molto più di un affascinante involucro femminile, con quel sorrisetto insolente che altera appena il disegno felice delle sue labbra carnose. Lei sì ha sicuramente trovato il mezzo per ingannare anche il demonio dei salami: dal Fabriano al Milano, alla nodosa corallina, ai coglioni di mulo. La pelle vellutata poi, lascia increduli per la sua bresaola naturalezza, anche merito del suo impegno a contrastare gli insulti del tempo. Perché il tempo che passa influisce eccome sullo spirito ribelle del salame. Che Rosaura è in gran forma lo si vede, il passo sicuro e il petto imperioso dal quale sbucano due poppe sode come due caci cavallo colme di latte ancora da scremare, meravigliose. Che fai ti rivesti? Però bello l'abito bianco! Ma no George non è un abito è solo il lenzuolo. Che sbadato! Neanche il mio è un pantalone, è solo il rivestimento del cazzo – dico, e trac lo scendo fino alle caviglie insieme alle mutande, mostrando la mia erezione incontrollata. Il viso di Rosaura subisce una metamorfosi rapidissima e s’illumina di gratitudine. Ama vedere l’uomo fornicare con la mente, filtrarle le vesti con gli occhi e i sensi estranei a tutto fuorché al modo di inneggiare al sesso. “Cos’è un pistola quella o sei soltanto felice di vedermi?” – dice lei, rifacendo il verso a una esplosiva Mae West vista al cinema. L’idea della pistola mi punzecchia. Incapace di muovermi, mostro un sorriso sciocco sulle labbra che, oltre all’intramontabile fascino e molte promesse, la dice lunga nell’acquisire onori. Rosaura mi rassicura col suo profumo di donna capace di inebriare, infilando una parola dietro l’altra con garbo, lasciando intravedere quel tanto capace di stimolare certi istinti, seppure con moderazione. Non ho più dubbi, mi abbandono al suo linguaggio forbito e all’affettuosa cordialità che ormai ci unisce. Sei una donna stupenda – gli sussurro nell’orecchio, quando mi prono su di lei e m’immergo nel lenzuolo che ha aperto lasciandosi vedere senza più veli. Salomè! – grido trovandola disposta a concedersi, come tuffato in una fontana di delizie, con gli occhi abbagliati dal sole, come immerso nell’acqua santa delle Esperidi … Mi ricorderò di queste parole, George, è una promessa. Poi un urlo, una mano alla gola, un cobra contro una farfalla – penso, mentre il mio cazzo sprofonda dibattendosi come un pesce all’amo. La seconda volta l’inganno mi coglie di sorpresa, mi fa vedere immagini deformate, per cui Rosaura, nonostante le solite affettive dicerie di certi momenti e certi slanci dovuti a particolari situazioni, si conduce pian piano verso mete più ambite. Mi rendo conto che vuole una maggiore considerazione. Come dire, più assetata di potere che di sesso. Nel frattempo noto qualcosa di cambiato in lei, mentre prona tra le mie gambe si dilunga in una pompa magnifica che sembra senza fine. Rosaura, aspetta! – non mi da il tempo di dire che già la sua lingua lambisce il succo che la bagna. Pausa. Forzata o no la ripresa è più dura che mai, ci vuole qualcosa per riprendermi! – dico. Un caffè? Perché no! – esclamo. È bell’è pronto, immediatamente, tu intanto riprenditi, come dire, rianimati! Ma non è l’anima che mi manca – penso nella solitudine della stanza – piuttosto sono i coglioni, che nella foga devono essere finiti in fondo al letto. Eccomi! Faccio spazio a Rosaura che torna col vassoio. Due tazzine due, due piattini due, due cucchiaini due, una zuccheriera di porcellana, un porta-biscuit in silver plate, il tutto di un gusto molto raffinato. L’odore fragrante e aromatico della miscela mi “rianima”, lo bevo con gusto. Rosaura, che ha indossato un'elegante sottoveste di raso perla, sembra raggiante, come pronta per la sua prima notte di sposa. Come la prima? – mi chiedo ma pur senza esagerare. Quando l’ultimo ritaglio di sole scende oltre la linea dell’orizzonte dei tetti, penso che non c’è ombra o tenebra capace di nascondere cosa sta succedendo sotto le lenzuola. Non credi che dovremmo ovviare alla noia George, e mettere la terza? Non pensi che dovresti concedermi qualche altra cosa? Sono timida lo sai, ma adesso sì, lo vorrei, fai tu. Allora che fai, dai, prendimi. Solitamente mi do lo sai. E già mi batte il cuore, lo senti? Che sia perché sono pazza di te? Dai, non ci avrei creduto … che tu ... volessi farlo ancora … che meraviglia! – dice sollevando il lenzuolo. Oh mamma mia, senti che gran casino, è come un cuore che batte, sembra rosso di vino! Tocco . . . sembra ancora più grosso! Dai, cosa vuoi che sia – dico voltandola di spalle e mettendola con le mani contro la spalliera del letto. George che fai? Non è come tu credi … quello è il buco del culo! Rosaura s’agita un poco e accusa l’affondo. Eh! Oh! – esclama, poi ride, ride, e ride ancora. Mi chiedo cosa avrà mai da ridere. Forse per le pacche che gli assesto sulle chiappe, poco più forti di massaggi, meno forti di risoluti schiaffi. Lei sa che se prende a me di ridere finisce che non la smettiamo più. Che dici mai George, già che ci siamo arriviamo fino in fondo. La prendo come una sfida. Lei sa che è come scavare in un pozzo senza fondo? E quando mi chiede se non ce n’è più, sono costretto ad ammettere che la sirena è suonata e il minatore sta ormai risalendo in superficie, anche se stavolta ha lasciato l’attrezzo del mestiere nell’alveo della miniera, portando indietro solo due palle di carbone. Spossato ma felice resto disteso nel letto godendomi il necessario riposo. Rosaura sparisce dietro la porta del bagno. A leccarsi le ferite – penso. In verità, librandosi nell’aria come una farfalla che ha avuto la meglio, sfuggendo al cobra che s’era eretto per agguantarla e che ormai s’è ammosciato, ridotto a un cencio di pelle senz’anima. Senza anima e senza pudore! - dico fra me mentre mi lascio prendere dal sonno ristoratore. Dopo un po’ Rosaura col sorriso sulle labbra mi sveglia dicendomi che s’è fatto tardi. Hallo George! Faccio per alzarmi quando mi accorgo che mi tremano le gambe. Mentre mi rivesto penso al solito regalino da lasciare sul comodino. Sai George, prima di andare c’è un conticino che dovresti saldare. Rosaura che vuol dire, prima ti accontentavi di un.. I tempi cambiano George, anche tu ti accontentavi del solito pompino, adesso invece.. Sì, ma qui c’è elencato il servizio di porcellana, la zuccheriera d’argento, il porta biscuit, la vestaglia di seta perla.. Be sai, da quando mi sono messa in proprio, per mantenermi così stupenda come tu dici, ho dovuto darmi un prezzo. All’anima del prezzo, con queste tariffe presto sarai campionessa d’incassi!


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