Pubblico, per gentile concessione, un testo inedito di Luminita Amarie (http://luminita-amarie.blogspot.it/), tanto sofferto nel sentire, quanto levigato e adamantino nella forma, cesellato nella sottile scansione del ritmo trocaico e nella risonanza delle rime, spesso ricercate e difficili: tutti pregi stilistici, questi, che la traduzione non può restituire.
Da tanto non sentivo un terrore così grande
Agitarsi gridando nel mio corpo
Non conoscevo il sangue che si spezza
Se ti passa attraverso come fossi di ghiaia
Resto immobile come la candela
I miei occhi hanno cera anziché fiori
Corre la morte lungo la mia schiena
Anche la vita mia vuol dire morte
Cresce dentro di me un gelo di pietra
Come in uno scongiuro piove cenere
Di te non so più nulla
Taccio e credo nella vita oltre la tomba
Forse io non fui mai concepita
Le mie mani ginocchia corde spini
Sulla mia carne velata
Accarezzato dai gigli è il corpo morto
Da tempo non vivevo tanta morte
Il mio cuore non ha mai palpitato
Io figlia di una nascita deserta
Nelle acque la mia croce è caduta.
(traduzione di Matteo Veronesi)
Testo originale
N-am simțit de mult atâta frică
Zbătătoare-n trupul meu țipând
N-am știut că sângele se strică
Dacă-l treci prin tine ca prin prund
Nemișcată stau ca lumânarea
Ochii mei au ceară-n loc de flori
Moartea îmi cutreieră spinarea
Viața mea înseamnă toată mori
Frigul cărămizi în mine crește
Plouă cu cenușă ca-n descânt
Despre tine n-am primit o veste
Tac și cred în viață din mormânt
Ce pesemne-s eu nezămislită
Mâinile mi-s sfori genunchii spini
Peste carnea mea acoperită
Mângâiat e trupul mort de crini
N-am trăit de mult atâta moarte
Inima nicicând nu mi-a bătut
Fiică eu a nașterii deșarte
Crucea mea în ape a căzut.
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