Pubblicato il 21/11/2017 13:37:51
Nuotava in acque tranquille il pesce preistorico mentre una nebbia grigia copriva il corno della luna nuova, nel suo essere d'inconsapevolezza, macchina della natura fatta di scaglie ossee e carne, avido di crostacei dal guscio ricurvo. Dall'era carbonifera la sua impronta riposa sulla liscia arenaria, immortale come un'opera d'arte: visse per questo istante perduto nel buio del tempo, assurdo e insignificante emblema del caso; morto come migliaia della sua specie inutile e utile nella catena dell'evoluzione e qui ora a testimoniare quanto lui possa durare infinitamente più di noi.
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