Pubblicato il 25/11/2018 10:43:29
In me scorre una lettera negra che fu mano eritrea ad inciderla nell'anima ed ero ancora poco più di un bambino.
Fu forse l'ingenuità, forse il sogno o forse fu la sua sapienza antica o l'antico quando straniero diviene nuova profezia. Fu profuga fu donna, fu tra le baracche di Tiburtino Terzo che accadde:
come un talismano, un rito d'iniziazione, ella, bella che mi parve a dea simile, mi consegnò un tascabile di Hemingway.
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