Tu mi accusi di spargere il seme a favore di vento
tacendo del frutto il sapore amaro
oltre la siepe un cielo scontato
sapessi venderlo al mercato.
Non transigi, sul da farsi hai un piano preciso
l'anima al circo, non al denaro
piuttosto un viaggio contromano tenendosi per mano.
Il sole può essere una meta tranquilla.
Altro che Venere della mia schiena.
Mi tatua una scintilla per ricordarmi che t'amo.
Così ogni volta che tremo rischio di ardere.
Di perdere confidenza con chi siamo e siamo stati.
Nel frattempo si sciolgono i cardini
di un destino beffato
e la strada di casa ha cosce e lapidi
di custodi malefici.
Spighe di grano, capelli crespi.
Seni e tendini, ventri d'argento.
Colli di bottiglia, tempesta magnetica.
Stagione orfana di prodigi
succursale di un futuro maieutico.
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