Per Giovanna Iannuzzi, a diciotto anni
Il bimbo,
la luce che m’illumina il cuore,
dal tuo grembo mi dice addio.
E io gli dico addio.
Canta la tua voce lieta:
“eri il piccolo fiore della mia terra,
son vivai di nostalgie ora le distanze del tempo.”
(Amo l’amore dei marinai,
solcano i flutti con navi dalla fragile chiglia
in un diario di pensieri,
inseguendo false chimere nel lago dorato dei ricordi
di mille labbra da baciare,
ricevendo missive affrancate con filigrana straniera.)
Più non incrociano i miei occhi la tua scintilla,
solco strade sbiadite da luci gelate
con la memoria del tuo sguardo innamorato.
Ho l’anima triste come un rondinino affamato.
Dal tuo cuore il bimbo mi dice addio.
E io gli dico addio.
Rifuggo questo destino, amata.
Nulla ormai ci lega,
solo una velata promessa futura d’amore
colta per magia in un cinguettio di merli,
amore dorato seminato con un possente aratro
in campi di stelle.
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