Ricorda, ricorda e ricorda ancora.
Non so come,
ma, taniche di metanolo,
i tuoi occhi densi di nebbia
e di brina invernali,
continuano a bruciare senza rimedio
i contorni di zinco della mia cassa toracica;
non so come, ma,
i tuoi sorrisi da cartone animato
mi rincorrono nei meandri scomodi delle stanze scure
dove mi nascondo, quando i cieli,
annoiati, in piedi, aspettano l’autobus.
Non so come,
ma, vorrei essere rabdomante
che conosca ciascun centimetro della tua pelle,
per saper scovare, in ogni istante,
dove il tuo stupido cuore
stia spruzzando gocce di fragola, e di spumante.
Questa vita frenetica e precaria
piena di casini non ci dona, quasi mai,
momenti di tempo per guardarci dentro:
ora, mi fermo, ti contemplo,
vedo il tuo cuore, sbranato dai cani e dalle cicatrici,
e vorrei, vivere, sempre,
dentro di te.
[Riserva indiana, 2007]
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