Pratico nei miei scostanti anfratti teorici,
romantico nel clangore, assordante, della vita reale
mi getto, ambiguo, nei baratri dell'ardore sofistico,
e, in amore, ebbro d'altrove, resto incostante.
Come riesci, con certezza da sadico matematico,
a urlare, tu, con rabbia, che
tutti i mondi
tutti i suoni
tutti i mari
non siano di noi due, insieme?
Persi, agonizzanti sull'opposta riva del fiume Lete,
io, anoressico scarno di residui d'un sesso tossico,
tornerei, distratto, a mangiare te, bulimica
d'amori stronzi, inaffidabili, migranti
come voli di rondine sulle caverne d'uomini santi.
Grandi amori riflettono raggi di sole
sulle borchie delle tue armature,
ma proiettano su occhi, visi, cuori,
photoaging, da violente scottature.
[Galata morente, 2010]
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