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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Il mondo così fatturato


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Pubblicato il 07/10/2019 12:00:00

 

 

Esistere psichicamente, da Vocativo (1957)

 

Da questa artificiosa terra-carne

esili acuminati sensi

e sussulti e silenzi,

da questa bava di vicende

– soli che urtarono fili di ciglia

ariste appena sfrangiate pei colli –

da questo lungo attimo

inghiottito da nevi, inghiottito dal vento,

da tutto questo che non fu

primavera non luglio non autunno

ma solo egro spiraglio

ma solo psiche,

da tutto questo che non è nulla

ed è tutto ciò ch’io sono:

tale la verità geme a se stessa,

si vuole pomo che gonfia ed infradicia.

Chiarore acido che tessi

i bruciori d’inferno

degli atomi e il conato

torbido d’alghe e vermi,

chiarore-uovo

che nel morente muco fai parole

e amori.

 

 

 

13 Settembre 1959 (Variante), da IX Ecloghe (1962)

 

Luna puella pallidula,

Luna flora eremitica,

Luna unica selenita,

distonia vita traviata,

atonia vita evitata,

mataia, matta morula,

vampirisma, paralisi,

glabro latte, polarizzato zucchero,

peste innocente, patrona inclemente,

protovergine, alfa privativo,

degravitante sughero,

pomo e potenza della polvere,

phiala e coscienza delle tenebre,

geyser, fase, cariocinesi,

Luna neve nevissima novissima,

Luna glacies-glaciei

Luna medulla cordis mei,

Vertigine

per secanti e tangenti fugitiva

 

La mole della mia fatica

già da me sgombri

la mia sostanza sgombri

a me cresci a me vieni a te vengo

.     .     .     .     .     .     .     .     .     .

.     .     .     .     .     .     .     .     .     .

 (Luna puella pallidula)

.     .     .     .     .     .     .     .     .     .

 

 

 

La perfezione della neve, da La Beltà (1968)

 

Quante perfezioni, quante

quante totalità. Pungendo aggiunge.

E poi astrazioni astrificazioni formulazione d’astri

assideramento, attraverso sidera e coelos

assideramenti assimilazioni –

nel perfezionato procederei

piú in là del grande abbaglio, del pieno e del vuoto,

ricercherei procedimenti

risaltando, evitando

dubbiose tenebrose; saprei direi.

Ma come ci soffolce, quanta è l’ubertà nivale

come vale: a valle del mattino a valle

a monte della luce plurifonte.

Mi sono messo in mezzo a questo movimento-mancamento radiale

 

ahi il primo brivido del salire, del capire,

partono in ordine, sfidano: ecco tutto.

E la tua consolazione insolazione e la mia, frutto

di quest’inverno, allenate, alleate,

sui vertici vitrei del sempre, sui margini nevati

del mai-mai-non-lasciai-andare,

e la stella che brucia nel suo riccio

e la castagna tratta dal ghiaccio

e - tutto - e tutto-eros, tutto-lib. libertà nel laccio

nell’abbraccio mi sta: ci sta,

ci sta all’invito, sta nel programma, nella faccenda.

Un sorriso, vero? E la vi(ta) (id-vid)

quella di cui non si può nulla, non ipotizzare

sulla soglia si fa (accarezzare?).

Evo è lungo i ghiacci e le colture dei colori

e i rassicurati lavori degli ori.

Pronto. A chi parlo? Riallacciare.

E sono pronto, in fase d’immortale,

per uno sketch-idea della neve, per un suo guizzo.

Pronto.

Alla, della perfetta.

 

ÈÈ tutto, potete andare.±

 

 

 

Al mondo, da La Beltà (1968)

 

Mondo, sii, e buono;

esisti buonamente,

fa’ che, cerca di, tendi a, dimmi tutto,

ed ecco che io ribaltavo eludevo

e ogni inclusione era fattiva

non meno che ogni esclusione;

su bravo, esisti,

non accartocciarti in te stesso in me stesso

 

Io pensavo che il mondo cosí concepito

con questo super-cadere super-morire

il mondo così fatturato

fosse soltanto un io male sbozzolato

fossi io indigesto male fantasticante

male fantasticato mal pagato

e non tu, bello, non tu Èsanto± e Èsantificato±

un po’ piú in là, da lato, da lato

 

Fa’ di (ex-de-ob etc.)-sistere

e oltre tutte le preposizioni note e ignote,

abbi qualche chance,

fa’ buonamente un po’;

il congegno abbia gioco.

Su, bello, su.

 

Su, münchhausen.

 


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