:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Sei nella sezione Prosa/Narrativa
gli ultimi 15 titoli pubblicati in questa sezione
gestisci le tue pubblicazioni »

Pagina aperta 1354 volte, esclusa la tua visita
Ultima visita il Fri Mar 1 03:11:04 UTC+0100 2024
Moderatore »
se ti autentichi puoi inserire un segnalibro in questa pagina

L’ULTIMA cena del GLADIATORE

di Maria Pace
[ biografia | pagina personale | scrivi all'autore ]


[ Raccogli tutti i testi in prosa dell'autore in una sola pagina ]

« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »




Pubblicato il 16/07/2012 07:29:51

 

La coena libera era  un lauto pasto che veniva offerto agli atleti prima dei giochi, nella Sala d’Armi del Ludus Gladiatorius.

Immensa e rettangolare, la sala era immersa in un’atmosfera triviale: grida, risate, bestemmie e parole oscene.

Il materiale da costruzione all’interno della sala, dalla pavimentazione alle tavole, dalle panche ai pannelli alle pareti, era vecchio legname ricavato da barche in demolizione dei porticcioli del Tevere. Appesi alle pareti, troneggiavano molti trofei: lance,schinieri, pugni di ferro e gladi, messi in mostra da atleti vincitori.

Seduti attorno alle lunghe tavolate, i gladiatori, belli, appariscenti, simili a semidei, si facevano servire da ragazze e matrone, che accondiscendevano volentieri alle loro spinte proposte.

Suspirium puellarum.”  Taurus Luxuriosus.” li chiamavano

Non solamente le donne deliravano, anche gli uomini se li vezzeggiavano, li lusingavano, li osannavano e facevano cadere oro nelle loro borse e cibo nei loro piatti: la marmaglia romana e il miglior patriziato si aggirava fianco a fianco tra le tavolate scrutando,  giudicando,  scommettendo, litigando.

“Dedobolo il Dacio è più forte di Sisto il Sannita.” affermava Caio.

“Il reziario Sabino non ha mai subito sconfitte.” replicava Tizio; al ché: 

“E l’Ampivaro Boiacolo a non aver mai subito disfatte.” ribadiva Sempronio e così, Bitini contro Sciti, Ampsivari contro Armeni, Macedoni contro Epiroti, tutti scommettevano su tutti e le puntate si facevano sempre più alte e i commenti più rissosi.

In verità c’erano anche atleti su cui erano tutti d’accordo: Seilace il mirmillone, Milos il trace o Spiculo il reziario.

“Per i Sacri Falò di Imbold! - una voce rabbiosa, di colpo, tacitò tutti - Dispater il Tenebroso vi cacci tutti nel vostro Averno!”

Era quella di Valentinus, un gladiatore gallo arrivato da tre anni nella scuderia di Crescens e Dispater era per lui quello che Plutone era per un romano: la sua sfuriata era un esplicito invito, a tutti, a farsi ammazzare.

Imponente, spalle larghe equadrate, sguardo di brace che spostava sdegnoso dall’uno all’ altro dei presenti, Valentinus prese posto sull’unico lettino rimasto vuoto.  Drusilio, medico personale, lo seguiva reggendo un catino pieno d’acqua con entrambe le mani, insieme ad uno schiavo con garze e bende: Valentinus ostentava una vistosa ferita al braccio destro e, da grande animale da circo qual era, se ne serviva per dare spettacolo

“Sangue! Sangue! Il mio sangue! -cominciò la recita rabbiosa, ponendo l’accento su quel ”mio” - Sanguisughe!Avete sempre sete di sangue! Volete saziarvi con questo?... Belve sanguinarie!... Con il mio sangue!... Brutte bestie feroci! – il pubblico andava in visibilio a quegli insulti - Belve feroci! Orsù! -  Avvicinatevi e guardate! Guardate il mio sangue…è liquido e rosso come il vostro, che avete cura di tenere ben custodito dentro le vostre vene... Che almeno questo spettacolo sia messo in scena anche per nostro utile e non solo per vostro piacere! Orsù!... Aprite le borse, se volete ammirarlo ed eccitarvi. Aprite le borse se volete assistere alla medicazione di Valentinus ed eccitarvi alla vista del suo sangue. Voi, che del vostro avete paura perfino di vederne spargere una sola goccia per la puntura di una spina!... Donnicciole paurose!”

“A chi dici donnicciole paurose?”insorse una stupenda Amazzone dal lettino attiguo, giovane, bellissima e dal corpo statuario che pareva scolpito in marmo brunito.

Si chiamava Sabina. Era una Cacciatrice e anche lei doveva combattere nell’arena.

“Non a te, Sabina! Non a te! -conciliò Valentinus - Non a te che da sola vali non dieci romane, ma dieci romane con i loro amanti!... E voi, canaglie, - tornò al suo pubblico –guardate il mio sangue. Quello che andrete a gustare domani non vi basta? Volete assaggiarne già stasera!” continuava ad inveire e la gente continuava a sorridere agli insulti e stava al gioco.

Valentinus era audace e gli si perdonava  ogni cosa, anche gli insulti e l’arroganza. Trenta combattimenti e mai più di un graffio: la ferita che ostentava, forse se l’era addirittura procurata volontariamente per meglio recitare   quella tragicomico atellana.

Marco Valerio, Fabio e Cleonte giunsero al Ludus proprio all’apice di quella grottesca commedia.

Trovarono Valentinus assediato da Marcia Rufo, bella, generosa, spregiudicata e non più in grado di soffocare la propria libidine.

La donna affondò la bocca su un cosciotto di agnello che il bel Valentinus teneva in mano e ne strappò un boccone; tenendolo stretto tra i denti aguzzi e voraci, lo tese al gladiatore.

Ridevano tutti. Anche Marco, suo malgrado, che si era avvicinato.

Valentinus addentò la succulenta preda e tese alla donna la coppa che reggeva nell’altra mano. Marcia tracannò e divenne del tutto indecente; il bel gladiatore, però, la respinse.

“Venere Tentatrice! Se cedessi alle tue lusinghe diventerei debole e pavido. E’ questo che vuoi, femmina lussuriosa?”

Marco Valerio, intanto,  si guardava intorno.

“Cercavo te!” disse, appena ebbe individuato Quintilius.

“E io aspettavo te.- rispose il capo della banda dei fornici del Circo poi indicò Valentinus e altri due gladiatori che gli sedevano accanto – Sono quelli i miei amici e saranno anche i tuoi, tribuno.”

“Dimmi, Quintilius l’Audace, pensi che possano servirmi in qualcosa?” replicò  Marco in tono brusco e dubbioso.

Valentinus, che aveva udito le sue parole e che aveva terminato il boccone, si pulì la bocca sul dorso della mano, si schiarì la voce e, fissandolo negli occhi, rispose con una franchezza totale, che Marco apprezzò nonostante la brutalità:

“Potrei essere io o il mio amico Seilace o anche Milos il trace, il fortunato vincitore a cui andrà come trofeo la vergine più bella di Roma... Non si parla d’altro che di questa nuova trovata di Cesare: una vergine per il Campione!”

Seguì     una pausa carica di tensione. Lo sapeva bene anche Marco che a Roma non si faceva altro che parlare della sua Lucilla.

La “Vergine dei Giochi”, la chiamavano ormai tutti.

(continua)

brano tratto dal libro    LA DECIMA LEGIONE  - Panem et Circenses

 di Maria Pace

 

 


« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »

I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Maria Pace, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.

 

Di seguito trovi le ultime pubblicazioni dell'autore in questa sezione (max 10)
[se vuoi leggere di più vai alla pagina personale dell'autore »]

Maria Pace, nella sezione Narrativa, ha pubblicato anche:

:: Djoser (Pubblicato il 10/08/2019 14:43:30 - visite: 596) »

:: ROMA ANTICA - I Protagonisti vo. I (Pubblicato il 18/09/2018 14:29:06 - visite: 524) »

:: TARQUINIO IL SUPERBO... e il cocchio di Tullia Minore (Pubblicato il 17/09/2018 18:37:40 - visite: 739) »

:: Nella fossa (Pubblicato il 13/09/2015 19:19:06 - visite: 1202) »

:: La Violenza - (Pubblicato il 06/09/2015 12:26:28 - visite: 1114) »

:: LA DECIMA LEGIONE - Sulla via per Gerusalemme - vol. II (Pubblicato il 06/09/2015 12:22:23 - visite: 1075) »

:: Sogno (Pubblicato il 05/03/2015 19:01:11 - visite: 1070) »

:: La Fossa (Pubblicato il 15/12/2014 20:48:20 - visite: 1155) »

:: La Frusta di Allah (Pubblicato il 07/10/2014 13:58:38 - visite: 1084) »

:: Nel cantiere della Piramide di KAFRA (Kefren) (Pubblicato il 24/07/2014 03:33:00 - visite: 1504) »