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Testamento di un fumatore

di Pietro Menditto
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Pubblicato il 30/11/2012 12:06:17

Mettete una stecca
della mia marca preferita
sotto le mie dita
giunte sull’addome
quando il momento sarà venuto.

Mi raccomando: quelle senza filtro
come senza filtri avrò vissuto.
Basterà per essere contento.

Perché l’attesa continuerà,
ne sono certo. Mi ha fatto esperto
la vita, quello che resta
ancora giocherà l’eterna sua partita.

E come ho lasciato scritto
non in una bara ma su un dritto
cumulo di legna, un’ara alta e degna
d’ardere, come negli anni sono arso.

Così mi piacerà d’essere scomparso.
Mentre altri infiniti polmoni
mi aspireranno io aspirerò con loro;
bruciando con le mie bionde,
trasformerò le nuvole di fumo
in delfini ruzzanti tra le onde.

Cenere e solo cenere è tutto l’oro
che mi riuscì di accumulare
mentre morte mi aspirava forte
tra le sue labbra stretto e l’essere
mio imperfetto non sapeva
cosa gli toglieva il cielo
mentre solitario bruciava,
la mente chi acerrimo e perché
ciecamente lo consumava.

                             


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