Dunque qualcosa resta
che abbiamo condiviso:
la spazzola
che ci pettinava entrambi.
Non riuscivo mai a trovarla,
la lasciavi nei posti più impensati.
Era un tuo gioco sottile, l’adorabile
strategia che mi faceva imbestialire.
Oggi so cosa volevi dire:
io tu e lei siamo uno in tre,
se trovi lei trovi anche me.
Adesso rintracciarla non è più
un problema: un’altra donna,
un’altra scena. Ma l’altra sopporta,
rassegnata; evita di sfiorarla anche
solo con un dito: sa che nessuno
può separare ciò che una spazzola
un giorno ha unito.
Qualcosa, dunque, resta
che abbiamo condiviso,
che per fortuna è muta.
Se mi ci metto, posso tentare
di contare tutte le volte
che non ti ho capita.
Perciò mi siedo qui,
uno tra gli imbelli,
su un tavolo allineo,
uno ad uno, i tuoi capelli.
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