tremore ridato
tutto è porta di luce
tuo e mio tutto
ti aspetto
talora piango
se nessun altro rumore
sento.
(quel colore
non è mio non invola, non ancora
non mai quasi la primavera
e non la può la memoria
non la rivela non mi stana).
Diffusa ingannevole sera perpetua
di solitudine
sfina come una vecchia sottana senza
contorni, senza le dita.
So niente di oggi...
frugo nel tono erboso
camminando pietre di Pietro,
divelte radici amiche divine,
camminando occhi
occhio dopo occhio
e ora che vigilia il tuo avvenimento
folle elidono lontananze
di rami vitali.
(non protestate evangeli
che prego, sono un calmo fruscio!)
senza questo mi escludo alla vita
speranze
assetate di monti, senza sonno
e in debito con l'intero universo.
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