Fin dove il dove attende
la piaga purulenta e infame
la spina nella carne
e i passi che non contano più
dopo i cari addii ogni giorno
che il principe comanda…
Fin dove attende il contrario –
si dice – di questo trampolante
cammino di trincea e i cari volti
dispaiono per l’unico volto
fossile di rinunce antiche.
Fin dove urta l’onda millenaria assillante
del silenzio nel silenzio più fondo che è l’attesa.
Là dove si tende senza sapere
in questo viaggio meschino
adorno di parole esauste e pause massacranti.
Ma la via interroga se pure non ti volti
e mostra l’inanellarsi dei tempi
in un suffragio esperto di commiati.
Pure ogni volta si fa l’oblio cura del
rammemorare l’infinito disperso
nell’uguale vacuità dei giorni.
Fino a quando? Fino a quando?
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