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E poi venne Amore

di Ivan Fanucci
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Pubblicato il 24/12/2015 07:26:58

1.

Un piccolo gioco di sguardi, il volto che brillava e un sorriso difficile da mascherare, tante occasioni impossibili, tanti pensieri che bruciano la testa e il cuore. Era tutto, tutto li davanti come il vassoio di portata di un matrimonio e candido come il calice di un fiore. E tutto era svanito, tutto era stato sotterrato e non rimaneva più nulla.

Cominciava la giornata, una colazione frugale, misera senza colore e senza sapore. Srotola i calzini, metti le scarpe, la giacca. Portafoglio, chiavi e cellulare e via per una giornata come tante, dove cerchi in sporadici momenti di essere qualcuno e far del meglio per non fare il peggio, scoperto che le sole occasioni di vivere sono un discorso interessante o un fugace scambio di pensieri in una mattinata soffocata dalla noia. Poi il prezzo del vivere, lo sgrido del capoufficio, cose microscopiche che si immensano nel sentiero della mente e costruiscono mattone dopo insulto, insulto dopo mattone, enormi castelli assediati dalla tristezza e dal vuoto della vita priva di qualcosa.

Un buon piatto caldo per colorare il freddo invernale e il momento di pausa dove vedi lei, un'estranea che ti sorride mentre ti nutre a pagamento, forse ci pensi, forse no. Lei ti sorride e il tuo corpo sparisce lasciando solo un piacevole brivido che forse puoi chiamare amore che sta nascendo lentamente, sguardo dopo sguardo, le tendi i soldi e poi lei ti saluta. Ma sei solo e non sai se lei ricambia con l'attenzione dovuta questo germe luminoso che spunta dal seme. La bottiglietta d'acqua è finita come lo è il tempo a disposizione per rincorrere il suo sguardo, ma lei è nel retrobottega...

Già aveva tanti amori persi durante la strada della sua vita, occasioni perse per un bigliettino scritto male, per paura di conoscere il corpo dell'amata, per la dolorosa inettitudine nel dialogo e il tempo passava senza un nesso, senza un perchè, senza una meta o qualcosa che gli ricordasse quanto era importante per lei l'amato, senza i capelli dell'amata in volto la mattina o l'essere ricercati perchè il cuore di lei soffriva troppo la lontananza.

Per lui questo era l'amore, l'amore che pensava col cuore e poi con la mente, centinaia di pensieri su come sarebbero andate a finire varie storie d'amore se lui ne avesse avuta una, tanti rigiri di carne e di mente persi nel tempo.

La sera era la solita storia come la luna la notte da sola nell'alto dei cieli così solo nelle tenebre terrestri, la forte solitudine e il senso di abbandono a ciò che le persone sono spinte a fare da qualunque mass media lo spingeva a ritorcersi contro ciò che la società gli spalava in faccia come fango, storie banali, storie complesse, storie umide. Allucinato e alienato da ciò che per lui era l'amore non capiva più cosa era la realtà amorosa.

Sprofondato nei giorni persi a rincorrere il tempo perduto, in giro per rimediare uno di quei disintossicanti sorrisi splendenti, mete e luoghi non avevano importanza, come se la geografia sensoriale del mondo circostante si fosse ridotta solo ad una direzione motoria monotona e la delusione si affacciava nella sua mente in modo quasi pigro ma inarrestabile.

Molti di questi ricordi venivano affogati dal corso del tempo, mentre essi cercavano di non annegare ogni volta che venivano illuminati dall'occhio della memoria, ma il cuore cercava di selezionare le immagini migliori come foglie fotosensibili che lottano per non seccare.

L'incredibile senso di vuoto lasciato dalle giornate di lavori precari e corsie intasate dal traffico ritoccavano le immagini più belle, i sentimenti più profondi su questo vero amore sperato, non cercato, impaurito e impressionato nella nebbia dei ricordi, spiaggiavano in vani tentativi di fare più chiarezza ma senza riuscire a trovare la giusta via per esprimere e la paura di perdere l'essenza stessa della qualità del proprio amore.

Più che l'amore finisse, l'orrore più grande era di perderlo, uno dei più grandi nemici dell'umanità, il trauma, era li pronto ad affondare i suoi terrificanti artigli nei morbidi tessuti dei nervi e dell'umore e a sprofondare negli abissi dell'inquietudine, tutto ciò che valesse la pena di essere vissuto e di infondersi per sempre nell'amore e completarsi dunque senza alcuna macchia di malignità.

La tristezza che avvolge il ritorno solitario alla propria casa vuota è un compagno che parla di vecchie e nuove paure e che offusca tutto il bene che c'è intorno, le strade le scale di casa il proprio appartamento, tutto ovattato nel silenzio e nel cercare di fermare nella mente le poche immagini colorate di amore del giorno, un sorriso e una carezza che forse era ieri o forse immaginata.

Un'altra alba, iniziata con un lento e soffocato sforzo per tornare alla routine quotidiana fatta di incertezze, piccole delusioni complesse e altre deliziose noie della vita, sola. Il giorno frenetico come un alveare lascia poco spazio ai pensieri di natura amorosi e ormai sopraffatto dal vuoto, il pensiero incessante di non sperare più e di non voler guardare nessuno in volto lascia una patina innaturale e una vista stanca delle cose terrene. Una sigaretta, il metodo più costoso di fermare il tempo, tra un sospiro velato e un pensiero affranto, il pomeriggio passa come al solito provato e stanco. Poi la notte, un film divertente e un frammento di lettura, lasciano il giusto premio di emozioni ad una notte profonda e interessante.

 

2.

Nel sogno molte cose passano veloci, alcune restano nel profondo altre volano via come un fiume in piena, ma al risveglio i giochi della mente annebbiata finiscono e lasciano un solo e potente messaggio: la solitudine doveva finire.

Scarpe e caffè, macchina e lavoro, pausa e pranzo: lei. In questi pochi secondi di attenzione la mattina era scivolata come un'anguilla dalla mano di un pescatore inesperto, quel che ricordò prima di salire in macchina per tornare a casa erano quelle poche sfocate immagini di tutti i rigiri mentali per chiedere il numero di telefono della cassiera della mensa e un sorpreso platinato sorriso che gli svuotò la mente, poco sperato fino a che la chiave della vettura fù inserita. Salì le scale, entrò nell'appartamento e accese la radio e come se il cielo tenesse per lui un concerto in re minore gli fece esplodere un agognato sorriso e lo fece sprofondare sul divano.

Ora doveva solo chiamarla, già era schiavo d'amore per la prima attenzione datagli da lungo tempo e rimase tra le note che volavano a cascata dalle casse della radio a pensare il perchè e il percome fosse bastato così poco per avere un briciolo di gustoso sentimento di vittoria su quel se stesso che lo combatteva sempre in tutte le cose. Dopo pochi sospiri elettrizzati prese il cellulare e chiamò. Fù gioia, lei sperava di essere chiamata lui sperava di essere voluto, presero un appuntamento per vedere un film ma dentro lui era già in un film d'amore e si sentiva protagonista per la prima volta, aveva il ruolo principale e non si era mai sentito così bene.

Si videro di nuovo a pranzo alla mensa e poi di nuovo finito il lavoro, si parlarono e si parlarono ancora, lui la faceva ridere e lei lo faceva sognare; venne il giorno dell'appuntamento.

Lei sembrava nervosa, poi appena vide il suo accompagnatore salirono in macchina e si diressero al cinema; un film di cui lui non si sarebbe ricordato nulla visto che la passione che lo assalì lo portò alle dolci labbra di lei, come nei tanti sogni sperati mai raggiunti.

Finito il film andarono a casa sua. Era sera e fuori il cielo grondava lacrime forse di gioia forse di dolore. Si fermarono sotto un lampione e continuarono a baciarsi, poi lei lo prese per mano e salirono in camera. Era tutto così fantastico ma così veloce, lui stava vivendo in un sogno che stava per diventare umido e caldo e ne era quasi terrorizzato, poi scappò da lei un nome e lui provò un'enorme fitta al cuore, un sordo colpo al plesso solare. Era fatta, lui era innamorato di una persona già impegnata.

Erano nudi sul letto, lei era bellissima avvolta dalle lenzuola con i capelli bagnati che gli scendevano lungo il collo ma il suo volto era intimidito dalla vergogna, lui era li spento e acceso con una fitta al cuore e non voleva essere il protagonista di un film basato su di un tradimento, anche se di una persona mai conosciuta. Lui voleva essere l'unico uomo della sua vita, aveva sempre sentito con orecchio sordo che le storie iniziavano e finivano ma per se stesso aveva programmato qualcosa di più di essere sedotto da una donna leggera e più lei gli sfiorava la schiena con le dita e più gli chiedeva di concedersi più lui sprofondava nei suoi timori di non trovar mai un amore sincero e soddisfacente e di finire come il ragazzo di lei.

 

"Amor ceco non ti cerco più, amor semplice e caldo non ti aspetto più.

Se fosse per il sorriso della mia anima frustrata creerei più momenti di ricerca ma le mie interiora sono ferme e rigide, il mio sguardo non guarda più in avanti a sorrisi e ad abbracci."

 

Era come se la mente fosse ferma a impedire di sognare e il cuore di vivere per non abbandonarsi a scegliere di vivere qualcosa di già vissuto. L'Amore venne e cadde dal suo nido su un letto di spine di rose.

I giorni passano e la vista non migliora, lui vede ma non vede assapora la materia ma l'aroma non rimane e cosi il tempo passa e il gusto si affievolisce come una nube di fumo di sigaretta.

 

Un giorno caldo su una panchina in un parco dopo aver consumato con cura il suo trauma guardò davanti a se e vide un raggio di sole, un fiore magnifico, forse quella che sarebbe divenuta la sua sposa e con più coraggio di quanto ne avesse avuto mai le si avvicinò e si presentò. Lei sorrise, forse dopo tutto l'amore non era fuggito dalla sua vita e finirono per conoscersi, forse non era l'amore perfetto sognato e desiderato da sempre ma lui si sentì felice per la prima volta dopo tanto.

Ogni giorno passato insieme a lei erano fiori d'arancio e profondi passi sulla sabbia di una meravigliosa spiaggia assolata, il sole e l'amore erano tornati e così la serenità. Lei vendeva giornali nel parco sotto casa sua e passavano insieme il resto della serata passeggiando per i viali e i bar, tutto per lui si stava riaprendo le oscure saracinesche notturne della sua mente si aprivano e viveva meglio ogni giorno che viveva l'amore con lei.

E vennero le nozze, fresche e dolci...

 

 

 

 

Così l'Amore ebbe la meglio su di lui e sulle sue debolezze, concluse la sua vita senza dire addio, senza sentire il dolore degli altri e lasciando qualcuno dopo di lui a provare quello che si ripete sempre nella vita degli uomini.


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