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Un fucile nuovo

di Raffaele Sergi
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Pubblicato il 03/06/2015 21:18:40

Un fucile nuovo

    Un paesaggio su una foglia d’Ontano
di silenziosi cimiteri senza nomi – false voci,
una donna dalla vita di vetro e schiuma di balena
che percorre una terra senza sogno, un cliente
ermafrodito a cui vendi un fiore di carta
e una spada di cristallo – nel rumore feroce
del treno, nella sua ferraglia ammassata,
il suo culo bruno e bianco che ti ripete:
            “Non vedrai mai il tuo paese”.
    Brulicando in un cammino di tutti
ove oltre il campo non è permesso,
non è che un colpo di fucile in alto,
in alto, in alto la mia anima cerea
            che si pensa libera.
    – Voglio un fucile nuovo
o voglio un deserto tutto per me.
    – Avrai ciò che vuoi.
Lasciati trasportare da un fischio nella trincea,
dagli Amici in sogno, così piegati ma ligi alla legge.

    Sulla riva del fiume congelato
io l’ho trovato: leggero metallo, linea precisa
come un occhio divino – si è sospeso il cuore,
fili di ferro i nervi a questo scopo.
    Il nemico intende il mio fruscio
come un vento: io voglio colpirlo, con giusta mira
puntata nel cuore di grasso: piombo fuso
e fragranza irresistibile.
    Se dovessi chinarmi sarebbe finita
e una leggenda non avrebbe memoria.

21 giugno 1979


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