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L’Occhialuto

di Raffaele Sergi
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Pubblicato il 19/06/2015 23:59:01

L’Occhialuto

    Sotto il mare, mare tranquillo e buio
        (il buio è un giocattolo del vento)
sotto coperte da viaggio e scarponi
            e una miriade di medicine
sotto la nave
    cioè la barca
        o la zattera
            o nulla, se ricordo bene:
Tranquillo cammina l’Occhialuto
    mentre marzo lo incarta
        col suo freddo
        col suo caldo
            col suo liquore agrodolce indeciso
e lo sostiene
    in frenetica Folla frenetica
        che non si perde mai nulla
            (che poi non è neanche vero).
Poiché non bisogna fidarsi mai,
    poiché il capriccio è Jazz che non ha fine
        e si trascina il mare nel buio
            il mare stesso
                se stesso
            Soltanto...
    Ma perché, nessuno saprà mai dire,
nell’ora precisa, adunatasi in frammenti di caos
l’Occhialuto, chiusissimo nella stanza,
                Si dipingeva
    – perché, nessuno saprà mai dire
viale muro calce dell’eroe si scioglievano
sotto la notte in un sordo lamento.
    Così insipida e nulla e vuota
        la notte
            costruita in rami scheletrici
                marmorei
    – non credo avesse qualcosa da perdere.
    E poi
        – Io personalmente –
        penso proprio che l’Occhialuto
        fosse una persona del tutto insignificante
        Come lui ce ne sono molti,
        l’indice di produzione qui da noi è
                        piuttosto alto;
sono calde e insistenti queste vite,
    non sono adatti, credo.
    Questo, io retorico, io inutilmente
        continuo a pensarlo,
            Nonostante (nella mala notte)
l’Occhialuto
    vestito a puntino da indiano Cheyenne,
        con colori sfarzosi sul viso
l’Occhialuto uccide:
    (Non credo di saperne dare l’idea
    per cui tralascio l’elenco
    – e poi c’era un mio caro).
    E corre,
        corre impazzito come un cavallo
            l’Occhialuto
                egli si porta addosso
                    la veste sfarzosa
                    di chi non ha Guerra,
                    di chi non ha nulla.

26 febbraio 1979
(da Cerchi giocolieri alla vita)


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