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Da ’Primi piatti’: 2) - Il risotto del Kaiser Wilhelm

di Alberto Rizzi
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Pubblicato il 25/09/2015 19:27:49

IL RISOTTO DEL KAISER WILHELM

 

 

Non molto temp’addiètro

impegnavo le mie ore come d’uso

tra i famigliari fochi

e ruminavo in qualsimòdo

parecchiar avrei potuto un primo

                                                   ch’in mente rimanesse ai commensali

e che’l pensiero lor

volar facesse ad epoche passate

e al temp’istésso pur verso di straniere genti

 

Chiaritomi di ciò

                          combinato ch’ebbi ambe le cose

la mente mia studiò fermarsi

in tempo e loco di danze sfavillanti l’uno

e l’altro un poco oltre delle Alpi

 

fino a concepir nel meglio 

 

                          (così osai fra me e me sperare) 

 

un piatto degno del Kaisero Guglielmo 

 

Non sto a spiegarti qui 

come si faccia la base d’un risotto 

 

ché gl’ingredienti 

       i tempi 

       i gesti tuoi più adatti 

sempre gli stessi son 

                                da padre a figlio esposti 

 

però 

       per un’ovvia e geografica ragione 

vorrei che a mantecare il tutto 

usassi un formaglio del Trentino almeno 

                                                              se non 

 

                          (per scelta ch’appar davvero doverosa) 

 

uno cresciuto in valli un dì oltreconfine 

 

come un canuto Graukaese

                                          per esempio 

quel Dobbiaco che sverna su la piastra 

                                                           od un qualtuvòglia altro 

spremuto d’austre mucche

 

 

Ed ecco 

che al foco accanto al primo 

 

                          (nel qual si scalda l’acqua 

                                                                cui presto un dado 

                          darà sentor di brodo vegetale) 

 

tu comporrai un perfido soffritto 

                                                   unendo alla cipolla 

che bionda cresce ovunque 

il crauto grato all’alemanno 

 

e sul finir della cottura 

                                  quando che unite si saran le parti 

 

                         (detto soffritto al riso 

                                                          che sbuffando entro al paiuol 

                         va lemme lemme a mantecarsi piano) 

 

aggiungerai quei wurstel a compagnarsi fini 

in fette sottili già affettati 

                                       che io 

per ragioni che più avanti vi dirò 

                                                  non vorrei di carne fosser fatti 

ma di glutine solo e vegetali odori 

 

Però l’arma tua segreta 

ad esaltar sapor di questo piatto 

e per veder gaiezza da le bocche 

scendere al cuore e risalire agli occhi 

dei commensali tuoi sì degni all’opra 

 

                         (e ben per questo grati di tue scelte) 

 

verrà d’una bottiglia colma d’un liquor 

pur’esso al Nord cresciuto 

ed ora ahimè obliato 

                                mentre che d’un tempo 

egregio era e ben visto 

e ispecie a paste e dolci consacrato 

 

egli di “Doppio Kummel” ha il nome 

ed esso aggiungi sol verso la fine 

                                                  lasciando poi ch’el foco 

avviluppandolo facendo lo suo corso 

                                                         lo svàpori e svampisca 

solo lasciando quel suo aroma cupo 

 

E con gioia svuoterai dal pentolon 

questo composto bello 

                            fumante con amor 

fin dentro ai piatti dei còmiti impazienti 

ad iniziar di questo pasto 

                                       in modo tale che per ciascuno d’essi 

tale momento da dentro lo scugliero 

gli si riversi nel cuor dei lor ricordi

 

 

(tratta dalla raccolta "'A la carte", autopubblicata e disponibile presso l'autore)


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