E’ un gran piacere constatare che i discorsi teorici e pratici del Movimento Empatico abbiano fatto breccia tanto da portare in molti a riproporre il tutto in modo pressoché identico.
Vedo, infatti, il nostro approccio interdisciplinare – ovvero dell’organizzazione di eventi basati su una proposta artistica che spazi dalla poesia, alla musica, alle arti visive – felicemente applicato da associazioni culturali, case della poesia e quanto altro.
Ne siamo felici, ma credo che l’unica cosa che costoro stanno un po’ troppo spesso (o meglio sempre) dimenticando di fare è citare chi tutto questo lo ha ideato e proposto in quel di Milano, nel Cilento e in tutta Italia attraverso l’azione del Centro Contemporaneo delle Arti (a partire dal gennaio 2019) prima e del Movimento Empatico poi (dal 2020).
Concetti come interdisciplinarità nelle arti, o ipertrofia dell’io a cui opporsi, o la proposta dell’artista come guida per la società tecnocratica/tecnologica odierna, fanno parte della nostra faticosa teorizzazione.
Lieti che tutto questo vi abbia entusiasmato, ma credo che sarebbe rispettoso citare ogni tanto la fonte senza cercare di appropriarsi dei concetti altrui con tale spudorata prepotenza…
P.S.
Consiglio di ripassare anche quanto il Movimento afferma e condanna in merito al plagio contemporaneo delle idee… Cosa che tra l’altro in molti hanno già ampiamente fatto con la mia poesia… (adesso credo che possa bastare, no?)
MENOTTI LERRO: ARTISTA COME GUIDA, INTERDISCIPLINARITÀ TRA ARTI, IPERTROFIA DELL'IO, NOSTRI CONCETTI
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