Pubblicato il 16/10/2025 01:21:29
Lerma (AL) è un paese del basso Piemonte e costituisce, tra l'altro, una enclave di artisti. Nel suo centro ha sede una filarmonica e, in quegli stessi locali, si tengono anche rappresentazioni teatrali. Nel caso attuale, l'esperienza teatrale ha avuto luogo nella locale chiesa sconsacrata di San Sebastiano, ben ristrutturata e nella suggestiva cornice di un boschetto che ricordava quello delle Eumenidi. Si è trattato di 'Parti di Medea' messa in scena dalla locale Piccola Compagnia dell'Assenzio su temi di vari autori ripresi dall'originale tragedia di Euripide. Vi ho assistito nel giorno di San Francesco di quest'anno. Più che assistito, vi ho partecipato dato il coinvolgimento anche scenografico del pubblico: una bella Medea in verde e con provvidenziale licenza poetica passeggiava con me leggendomi la parabola del Figliol Prodigo. L'assenzio e droghe varie rammentano l'attitudine della protagonista a propinare intrugli e questo è più che mai attuale nella nostra epoca, nella quale ingurgitiamo di tutto, e ci lasciamo fare di tutto, con sorprendente noncuranza. Etimologicamente, dal greco, Medea significa 'colei che riflette' e Giasone significa 'medico: in latino medico vuole dire 'colui che cura' ed è meglio che sappia fare tutte queste cose. La Compagnia di Lerma sa fare teatro. Medea e Giasone possedevano avi tra gli dei della mitologia greca e tutti appartengono al mito. Il professor Romolo Rossi di Genova aveva studiato i loro casi. Giunto da lei sulla nave Argo, Giasone aveva sposato Medea che gli aveva dato tutto, salvo poi decidere di lasciarla per fare carriera sposando un'altra e dicendo alla quasi ex moglie che così avrebbe fatto il bene dei loro figli (sic). Allora Medea compie una strage, comprendendovi gli sventurati bambini. Dante metterà quell'Argonauta all'Inferno nella sua Divina Commedia tra i seduttori avendo, prima di Medea, sedotto anche Isifele. Infatti, girando per i mari, era arrivato prima da Isifele che aveva appena salvato il padre: la aveva infine abbandonata in stato interessante. Isifele è la protagonista di un altro lavoro di Euripide, del quale ci sono giunti solo frammenti. Vicino a Lerma, mio padre Romano fu primo cittadino di Mornese (AL) dal 1965 al 1975 e vi fece costruire scuola e municipio: il secondo fu demolito ma la prima è ancora lì. Talvolta, il sindaco Romano Mazzarello citava la locuzione: 'Non scholae sed vitae discimus' ('Non impariamo per la scuola ma per la vita').
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