Avanguardia Empatista
di Francesco D’Episcopo (Università Federico II di Napoli)
Negli ultimi anni il Movimento Empatico, fondato dal poeta, narratore e critico letterario Menotti Lerro, da me già definito “genio assoluto”, sta delineando un articolato progetto di rinnovamento delle arti e della letteratura italiana contemporanea. In questo quadro si inserisce la recente formulazione del “Correlativo Empatico”, concetto che rappresenta un’evoluzione significativa rispetto al tradizionale correlativo oggettivo di T. S. Eliot.
Se il correlativo eliotiano si fonda sull’individuazione di un oggetto, di una situazione o di una sequenza di immagini dotate di una valenza simbolica capace di suscitare nel lettore una determinata emozione, il correlativo empatico proposto da Lerro sposta l’attenzione dal piano oggettuale a quello relazionale. Esso mira infatti a generare una connessione emotiva diretta tra autore, testo e lettore, annullando o riducendo la mediazione dell’oggetto esterno. L’effetto estetico non deriva più dalla disposizione di elementi concreti, ma dalla creazione di una risonanza affettiva condivisa, frutto di un processo di immedesimazione e partecipazione.
Il correlativo empatico si configura dunque come un dispositivo poetico orientato alla sintonizzazione emotiva, in cui immagini, parole o micro-situazioni vengono scelte non tanto per la loro funzione rappresentativa, quanto per la loro capacità di attivare un circuito comunicativo di natura empatica. Ne deriva un approccio più intimistico, dialogico e relazionale, in netto contrasto con la postura apparentemente impersonale e oggettivante del correlativo eliotiano.
Questa proposta teorica si inserisce nel più ampio cantiere concettuale inaugurato dal Movimento Empatico, che comprende tra le sue innovazioni: l’adozione di versi privi di maiuscole ritenute ridondanti; la distinzione fra Arte Empatica e Arte Narcisistica; e la transizione concettuale dall’“io lirico” tradizionale all’“io poroso”, figura che enfatizza permeabilità, apertura e relazione.
Alla luce di tali premesse, l’Empatismo si configura come una delle più incisive avanguardie del nuovo millennio, capace di proporre una ridefinizione dei paradigmi espressivi e comunicativi dell’arte contemporanea, con un’eco che si sta progressivamente estendendo anche oltre i confini nazionali.
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