Menotti Lerro e l’arte empatica: innovazioni poetico-teoriche
di Francesco D’Episcopo
Menotti Lerro propone una rivoluzione poetica e teorica che mette al centro l’empatia come criterio estetico e metodologico. Le sue innovazioni non si limitano alla forma poetica, ma ridefiniscono l’intero rapporto tra autore, opera e lettore, spostando l’attenzione dall’io narcisistico all’io poroso, capace di accogliere emozioni e voci altrui. Questo documento analizza le principali innovazioni di Lerro: correlativo empatico, metafora empatica, enjambement empatico, arte empatica vs non-arte narcisistica, interdisciplinarità e arte totale.
1. Correlativo empatico
Il correlativo empatico riprende e supera il concetto di “correlativo oggettivo” di T.S. Eliot. Lerro propone un oggetto, gesto o immagine non come semplice simbolo, ma come ponte emotivo tra autore e lettore.
L’oggetto poetico diventa esperienza condivisa: attraverso di esso il lettore sente, partecipa e si riconosce nell’emozione dell’autore. Il correlativo empatico non comunica solo significati, ma genera risonanza emotiva.
2. Metafora empatica
La metafora empatica trasforma la figura retorica in strumento di connessione intersoggettiva. Lerro non usa la metafora per decorare il linguaggio, ma per condividere stati emotivi profondi.
Esempio: un cuore che “cammina in punta di piedi” diventa esperienza della delicatezza, del timore, del senso di vulnerabilità comune tra esseri umani. In questa prospettiva, la metafora è ponte e non velo di stile.
3. Enjambement empatico
Lerro utilizza l’enjambement come strumento di partecipazione emotiva. La rottura del verso non è un artificio metrico, ma un invito al lettore a fermarsi, sentire, respirare e condividere l’emozione. L’enjambement empatico diventa così ritmo emotivo e non solo ritmo poetico.
4. Arte empatica vs non-Arte narcisistica
Lerro distingue tra due modalità creative opposte.
- L’Arte empatica: apre, condivide, mette in dialogo autore, opera e fruitore.
- La non-Arte narcisistica: chiude, cerca conferme del sé, ignora il lettore come interlocutore emotivo.
Questa distinzione diventa criterio di giudizio estetico oltre che etico: l’empatia è valore artistico.
5. Io poroso
L’io poroso è il soggetto capace di ricevere ed elaborare emozioni altrui. lerro oppone questo concetto all’io impermeabile, centrato sul narcisismo e sull’isolamento emotivo. L’io poroso rende possibile la creazione di arte empatica: solo un sé permeabile può costruire ponti emotivi autentici.
6. Interdisciplinarità e Arte Totale
Lerro concepisce l’arte empatica come esperienza integrata e totale, che supera i confini tra discipline. Letteratura, musica, arti visive e performative dialogano in una totalità sensoriale. L’Arte Totale, in questo senso, non è mera grandiosità spettacolare, ma esperienza immersiva che coinvolge percezioni, emozioni e intelligenza del fruitore.
7. Capoversi senza maiuscole
Lerro suggerisce di eliminare la pratica di mettere una lettera maiuscola ad ogni capoverso in poesia poiché potenzialmente narcisistico, grammaticalmente scorretto e retorico. Limitare uso della maiuscola ai versi che seguono il punto.
8. Artista come Guida: Mira a fornire un nuovo senso e direzione all'Arte in un'epoca dominata dalla tecnologia, contrastando il "neo medioevo tecnologico".
Conclusione
Menotti Lerro propone un paradigma poetico e teorico innovativo centrato sull’empatia, l’interconnessione e la totalità dell’esperienza artistica. Il correlativo empatico, la metafora empatica e l’enjambement empatico costituiscono strumenti formali al servizio di un io poroso e di un’arte totale, capace di superare il narcisismo individualistico. Lerro invita così a una ridefinizione della funzione dell’arte: non più autoreferenziale, ma relazionale, interdisciplinare e sensorialmente inclusiva.
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