L’odore di un silenzio stupefatto
accoglie ancora me
e questo riflesso delle stelle
sul reticolato stanco di pavimenti antichi
È uno scacco a tempo e spazio
che quel silenzio m’offre
degno velario al sogno enfiato
che a questa casa rimane a penitenza
Squarci e barlumi da non so
su per gradini rotti
intonaci sbrecciati
dove l’alba si offre al rimpiattino
coll’inseguir se stessa
per vetri fratturati di finestre
verso un giorno eterno di polvere e di luce
mobilio svuotato anche dai tarli
sparso per queste stanze a caso
che di caverna sanno…
È lotta generosa contro crepe
fiorite già a stimmate sui muri
che mi regala solo sfinimento
La corsa lungo i corridoi che urgono balzello
fa crescere paura
il pavimento inarca
un urlo che precede fine
ed è resa
è il coprirmi il viso
disperato
è l’angoscia
per questa nuova notte sopra di me
(tratta dalla raccolta "In ombra",
autopubblicata in forma definitiva nel 1997,
ma disponibile presso l'autore
solo all'interno di "Opera Omnia Poetica - Vol. I")
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