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TARQUINIO IL SUPERBO... e il cocchio di Tullia Minore

di Maria Pace
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Pubblicato il 17/09/2018 18:37:40

TARQUINIO il SUPERBO - Ultimo Re di Roma... e il cocchio di Tullia Minore

 

 La scena é raccapricciante.

Un vecchio giace in mezzo alla strada in una pozza di sangue, trafitto da un pugnale. Un cocchio con a bordo una donna giunge a gran velocità e travolge di proposito il ferito. Quel vecchio é Servio Tullio, VI° Re di Roma e la donna é sua figlia, Tullia Minore.

Ecco come lo storico Tito Livio riporta l’episodio:

“…mentre faceva voltare il cocchio per raggiungere il colle Esquilino, il cocchiere trattenne le redini mostrando alla padrona il giacente trucidato Servio…. resa forsennata dalle Furie – continua il racconto – Tullia fece passare il cocchio sul corpo del padre e portò sul cocchio insanguinato, lorda ed aspersa essa stessa, le tracce dell’eccidio paterno…”

I romani chiamarono “scellerata” quella via, che prima si chiamava Urbia.

Ma non era il primo orrendo delitto che quella donna ambiziosa consumava in seno alla famiglia.

Servio Tullio, VI° Re di Roma, aveva due figlie, tutte e due di nome Tullia: Maggiore e Minore. Egli le dette in moglie ai due Tarquini, figli del defunto Re, Arunte e Lucio, per conto dei quali continuava a tenere la Reggenza del regno.  I due, però, non erano più bambini. Erano cresciuti. Erano già uomini.

Lucio Tarquinio aveva superato la quarantina ed aveva figli già soldati e non aveva alcuna intenzione di aspettare un giorno di più per occupare un trono praticamente vacante, senza contare il suo carattere violento, ambizioso e privo di scrupoli.

Al contrario, sua moglie Tullia Maggiore era una donna mite e gentile, assolutamente priva di qualsiasi ambizione.  

Afflitta da muliebris pavor – l’accusava la sorella, Tullia Minore, che la disprezzava profondamente  – e priva di  muliebris audacia.

Di certo quest’altra Tullia, la Minore, era proprio il contrario della sorella: violenta, astuta, ambiziosa e implacabile.

Due coppie assai male assortite, dunque e non sappiamo per quali reconditi progetti la Tullia violenta era finita sposa del mite Arunte e la mite Tullia faceva coppia con il violento Tarquinio. Una “miscelanza esplosiva” che poteva scoppiare da un momento all’altro, proprio come accadde.

Sostenuti dal comune ed ambizioso progetto di raggiungere quel trono vacante e di occuparlo, Lucio e Tullia Minore si sbarazzarono degli incomodi coniugi e convolarono a giuste nozze, facendo quale unico scopo di vita, quello di eliminare ogni ostacolo si frapponesse fra le loro ambizioni e quel trono.

Non era facile, però, sbarazzarsi del vecchio Re, le cui riforme sociali e politiche gli avevano guadagnato le simpatie del popolo e il suo appoggio: sia dei nuovi ricchi, ma anche dei soliti poveri cui era stato concesso qualche privilegio. Non era facile neppure avvicinarsi alla sua persona, sempre attorniata da una incorruttibile ed agguerrita Guardia del Corpo.

La posta in gioco, però, si faceva ogni giorno più alta, il clima sempre più avvelenato e Lucio Tarquinio non era proprio più disposto ad aspettare; per di più, i rimbrotti della moglie si facevano sempre più accesi  e le giustificazioni sempre più convincenti.

Ecco le parole che Dionigi mette in bocca alla figlia di Servio Tullio:

“Uno può anche esitare a compiere delitti a fronte di obiettivi umani. Ma quando la posta in gioco è il trono, allora bisogna osare tutto e non si può essere giudicati per questo…”

I delitti consumati, però, erano tre: l’ingenuo Arunte, la mite Tullia Minore e il tenace Servio Tullio.

Sete di potere, spinta alla rivalsa, vocazione per l’intrigo… Tutte cause che possono spingere al delitto. Eppure, non ci sembra ancora abbastanza. Il Re era vecchio; al principe ereditario bastava pazientare ancora solo un po’ prima di poter sedere su quel trono. Qualcosa di importanza vitale doveva esserci stato per giustificare un comportamento delittuoso così aberrante e mostruoso. Soprattutto da parte di Tullia, che di Servio era la figlia.

 

Che cosa di tanto importante può essere accaduto per spingere la diabolica coppia ad anticipare i tempi? Che cosa può giustificare un comportamento delittuoso così aberrante e mostruoso? Soprattutto da parte di una  figlia.

Il motivo, forse, ce lo fornisce ancora una volta lo storico Dionigi. Egli riferisce un discorso fatto al Senato dal Re:

“…per quanto riguarda il Regno, io restituirò il potere al popolo che me lo ha dato… Io mi spoglierò del potere per restituirlo al popolo….”

Servio Tullio intendeva, forse, porre fine alla Monarchia per instaurare una Repubblica?

Se così fosse, tutto diventa più chiaro e perfino comprensibile. Sempre deprecabile, ma comprensibile. Compresa la feroce determinazione di quella figlia snaturata il cui sogno doveva essere sempre stato quello di diventare Regina di Roma.


Assicuratosi l’appoggio, sia pur riottoso dei patrizi, Lucio Tarquinio anticipò le mosse del suocero e si presentò davanti al Senato, (presso cui, in verità, non godeva di gran popolarità né stima) ed in un veemente discorso accusò il Re di detenere illegittimamente un potere che spettava invece ai legittimi eredi, nipoti del defunto Sovrano.

Avvertito dell’incalzare degli eventi, il Re si precipitò in Senato. Lo scontro verbale fra suocero e genero fu durissimo e Tarquinio vi pose fine scagliandosi sul vecchio Re con un pugnale e scaraventandolo giù dalla scalinata della Basilica del Senato.

Il Re, però, non era ancora morto. Ferito e rantolante, si trascinava in mezzo alla strada quando soggiunse un cocchio che lo travolse e uccise e la tragedia romana si trasformò in una tragedia greca: c’era la figlia a bordo di quel carro ed aveva intimato al suo cocchiere di non fermarsi e di travolgere di proposito il padre.

Lucio Tarquinio era diventato VII° Re di Roma. Lo era diventato, in realtà, contro la volontà del popolo e di buona parte dello stesso Senato, ma egli non se ne curò e per mantenere un potere acquisito con la violenza, fu proprio con la violenza che continuò ad esercitarlo, guadagnandosi il titolo di: Superbo.(continua)

brano tratto da "ROMA ANTICA - I Protagonisti"  


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