Il violino mostra l’esterno
pancia lucida e corde tese ristagnano
su un alto re.
Ascolto un brusio d’abisso
sul bisso che si illumina
La luce brilla anche sugli acini.
La vanità è sazia
nei fianchi il desiderio può placarsi.
L’ultimo dono d’una conchiglia rara
è un residuo di pelle fina.
Sul bisso
mele giallognole hanno occhi chiusi.
accenti circonflessi come foglie immobili
cadono su gherigli vuoti…
lo sfondo è cupo
si accentuano chiaro-scuri
nel triangolo scaleno dell’inguine.
Con l’aiuto dei pugni chiusi
cancello impronte inquiete
pseudonimi, censori d’eros
e altre prospettive sulla grandezza della memoria
Di chi potrei fidarmi ora? non dei corpi
non del mio corpo…
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