Accade
a volte
ch’io smarrisca le parole
per questo scrivo
chino in fronte a un foglio
su cui ti leggo il viso
Ed è piacer l’imaginar lento tuo spogliarti
l’indovinar la linea tua degli occhi
che indolenti s’appoggiano ad un altrove
lo scorrer di pelle fra dita
così tiepida e lontana
pensar che sia di Maggio
e sovra i colli a quell’altrove
non turba di gente più ma persone
Il canto disperato dell’uomo dona lampi alla stanza
È vero
ci costringono a mostrare di noi il peggio
e a sopravviverne fra le pieghe dei vestiti
facile per gli altri rimanere a questo gioco
Per questo scrivo
e nasce questo canto mezzo d’amore
mezzo d’odio
per sensazioni affioranti alla pelle
che spero non ci lascino mai più
Ho mischiato parole dolcemente blasfeme
consacrate alla ricerca
sugli altari selvaggi d’una pelle
che il vento non scorda di baciare
Per questo motivo scrivo
dio boia
e nasce questo canto mezzo d’odio
mezzo d’amore
che tu sai leggere a pena
con sensazioni viaggiate alla pelle
che spero rimarranno quando
onde in deriva staccate dalla riva
seguiranno te
che sulla scala sali
occhifissànte il vento
(tratta dalla raccolta autopubblicata “In ombra”
nella versione presente su “Opera Omnia Poetica, Vol. I”)
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