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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Lettere di Mattia de Paoli

di Vito Cicale 

Proposta di Luigi Russo »

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Pubblicato il 18/08/2025 13:08:31

Meritevole opera di Vito Cicale, serio ed appassionato studioso di Cellole (CE), da tempo impegnato in un’opera di divulgazione della figura dell’abate Mattia de Paoli (1770-1831) parroco di quel casale di Sessa, non solo nel panorama culturale dell’insorgenza controrivoluzionaria del 1799 del regno
borbonico ma anche come letterato e poeta al di là dei confini territoriali.
Mattia de Paoli, professore di eloquenza e lingua greca dal Seminario
vescovile di Sessa dal 1796 al 1806 fu dotto studioso e autore di
opere di filosofia e di teologia; tra i più illustri membri dell’Accademia
Reale, membro di diverse accademie italiane.
La pubblicazione di un volume riguardante il carteggio di personaggi
storici singolari, come in questo caso, è sempre importante,
soprattutto quando l’interesse travalica dal particolare all’universale,
dal circostanziato al mondo delle lettere e della cultura in
generale.
L’autore affronta con sobrietà e competenza una tematica impegnativa
come quella epistolare, fornendo al lettore tutti gli strumenti
per immergersi nel mondo dei personaggi Mattia de Paoli e
Salvatore Fusco, due eruditi dotati di forte personalità. Pubblicare
un volume di lettere erudite non è affatto un’operazione semplice e
scontata.
In molte di queste lettere traspare il bisogno di condivisione, di
perfezionamento etico e culturale che può essere restituito attraverso
l’adagio erasmiano Amicorum communia omnia.
Nella prima lettera scritta da de Paoli al Fusco, l’abate di Cellole
gli manifestava il suo piacere nell’intraprendere una corrispondenza,
che poi si trasformerà in una sincera amicizia, soprattutto dopo la
morte di Francesco Daniele, personaggio di spicco della cultura napoletana 

della seconda metà del XVIII secolo e dell’inizio del XIX;
punto di riferimento degli intellettuali dell’intera penisola.


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