Dipinta incastrata dall’estroso pittore
allineata in una prospettiva statica
mi ritrovo spalmata, assurda e compressa
come un colore strizzato in un tubetto.
In attesa di un rimescolamento liberatorio
sono quadro immobile
posso solo guardare senza aspettative.
Nessun volo solitario o in coppie di colombe
mi sfiora: esse sfidano nuvole e uragani
tubano volandosi intorno in alto
poiché l’amore eleva mentre io
ristretta nella cornice sento
solo atomi di insofferenza che si aggregano.
Alzo una mano e raschio la superficie
che si tende flessibile come un albero
ancorato a profondissime radici.
Forse un giorno
troverò l’impulso gemello e coraggioso
oh, non in terra, nelle certificate certezze
ma raccolto e connesso in un raggio anomalo
sfuggito dal grande occhio misericordioso
dell’incomprensibile Dio
che ascolta sempre o quasi
tendendo mani invisibili
che nessuno riconosce in tempo
nel tempo…
8/8/2014
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