Solo la morte potrà far tacere il mio canto
o una reiterata disoccupazione,
un crollo definitivo della borsa di Milano,
l’inizio o la fine di un amore,
un mutuo e un affitto da versare.
Solo la morte potrà far tacere il mio canto,
o due anni in cassa integrazione,
un immutabile destino ergastolano,
l’incedere aggressivo di un tumore,
l’istinto a non cercar di non crollare.
Solo la morte potrà far tacere il mio canto
o fantasie di beatificazione,
i moniti di un critico nostrano,
i cicli d’un disturbo dell’umore,
l’idea di non dovermi mai fermare.
La morte farà tacere il mio canto
insieme ad un miliardo d’altre cose,
non sono uomo da soccombere al millanto
di scrivere in funzione d’altrui chiose,
né mai sarò costretto a vender all’incanto
il mio diritto a non cantare in overdose.
[Il Guastatore, 2012]
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