Pubblicato il 11/05/2018 13:44:56
L'architrave tredici di Yaxchilan raffigura una fanciulla nell'atto di porgere un'offerta votiva a un sacerdote dio. La donna è di profilo in tunica attillata e a piedi scalzi, porta campanellini alle orecchie e non sorride; l'alto copricapo intreccia piume a spire di serpenti. Il sacerdote dal volto corrucciato presenta il doppio scettro, e un fiato di fiamma scaturisce dalla bocca semiaperta; l'abito è intessuto di gioielli e piume e bardature svolazzanti, così come il suo elmo. Tutto il rilievo è sovraccarico di aggiunte ornamentali e strani simboli. La ieratica fanciulla porta la sua freschezza di vergine sacrificale fin nel buio degli evi, chiuse nel suo grembo hanno dormito le generazioni future mentre l'ambigua pupilla sogguarda cieli neri. Ma nulla rimane fuorchè pietra su pietre di questa civiltà di astronomi e coltivatori che non conoscevano la ruota, nè l'aratro; nessuno ne ha mai decifrato la scrittura. Con sé, Eva e Adamo d'oltre oceano, geroglifici smaccatamente decorativi irridono al tempo, sorprendente tiranno, dalla misura quasi perfetta del loro calendario.
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