Una scritta sul muro del parco
mi s’annida come un tatuaggio in petto,
addensa nebbia che di te mi porto.
E si imbianca la notte col fumo
rimane solo un canto che trema
sulle note quasi assenti dei passi.
Non oso guardare in alto le stelle
l’occhio s’ostina sull’erba lavata
di brina e salta sui solchi dei cani
nelle ceneri del trotto dei bimbi.
E tu rimani anche tu assente
tra le mie mani stanche di vuoto
che s’asciugano ancora all’odore
di te sul vestito.
E m’affido alla luna
al sicuro suo pianto di neve
al rumore di pioggia che nutre
il respiro dell’aria e vorrei
fosse alba o notte più scura
del nero che dentro rimane
fuliggine di te ancora assente.
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