La notte s’è portata via ogni cosa
solo un languore muto sulle labbra
aperte al pianto mio, dentro la bocca
cornice secca di veleno e l’anima
s’è persa, appesa al sogno di ciliegia
rossa nel ventre sazio di dolore.
Inutili le mosse e le sequenze
inedite dell’anca, i baci molli
che trattengo sull’orlo del dirupo,
la seta delle mani nel ricordo
che mi trascino appresso a quel profilo
d’acqua sorgiva, d’estasi che sgorga.
Rifiato sul lenzuolo insonne e mesto
e un faro da lontano prende il buio.
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