Vedevi alternarsi sole e luna
e in girotondo tutti i sogni
in una gigantesca barca
far vela verso orizzonti lontani.
Da quell'oblò sull'esistenza
niente poteva scalfire la speranza.
Ma poi il dolore arrivò alla fermata
delle attese, ti prese e ti trascinò
in lungo e in largo come una bambola
di pezza, tirandoti per il braccino
che si ruppe in pezzi cadendo dal lettino
e poi altre cadute, a corpo libero
nel vuoto delle stanze e della vita
marchiarono il tuo sentiero nudo
e senza vento, disseminato d'assenza
come neve che silenziosa scivolava,
cancellate le orme anche dei fantasmi
di una notte d'amore troppo avara.
Osservi ancora dall'oblò la giostra
di un mondo sempre più amaro
che il bene vero non dimostra,
cullata dal sole e dalla luna
un altro giorno e un'altra notte
fuggono da mani vuote d'abbracci.
Ti mancano i segni di quei bisogni
che solo una madre può colmare
che solo una figlia può cercare.
19giugnoduemila18 #taniascavolini
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