Se tu comprendessi l’incomprensibile
ora potrei dire di amarti non come chi
seppure in modo ignaro riflette,
l’occhio fisso ad una bilancia che pende da un lato,
su ogni deficienza o carenza. Il peso d’una groppa
spezza l’equilibrio, facendo cadere ogni altezza.
Eppure so distinguere piuma e trave
un’ala che sfiora una rosa
da un volo sospeso sull’intero giardino.
Eppure so capire una mano quasi distratta
in un gesto gentile ed il turbine d’emozioni
d’un palmo che serra dell’altro le dita
per trattenerne in petto il respiro.
Se tu comprendessi il timore del fallimento
di chi pur discernendo tinte forti da tenui
e tempeste da brevi piovaschi, non sa far differenze
ora potrei dire di amarti non come chi
folle scaglia saette nell’aria seppellendo il sorriso
d’un tratto nell’abisso più oscuro.
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