SPECCHI
Calda la pelle quando mi ti accosti
E perfetto che ero mi confondo
Saldo il confine del mio spazio tondo
Ma il dentro coi suoi squarci fuori esposti
Perduto al mezzo di due specchi opposti
Ho presentito l’essere del mondo
E io lontano, al solito, dal fondo
I cui recessi restano nascosti
Una voce traversa l’infinito
Con le sue repliche a renderlo denso
E mi riporta un verso, un tempo, un mito
Una memoria fatta di consenso
Che mi tralascia, sedotto e bandito,
In un mio spazio col suo scarno senso.
QuinDic19
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