Pubblicato il 27/02/2020 12:09:36
Senti ancora il suono fresco e chiaro Della campana che al meriggio chiamava Al riposo? E voce di madre che dalla cucina Diceva: ‘Ale, è ora di pranzo,vieni’? Abbandonavi quindi le giovanili letture E correvi a mangiare, pregustando non già quanto nel piatto vedevi ma le gioie delle ore a venire. Giallo arrivava dalla finestra aperta Il canto fragrante delle infinite cicale E l’aria calda e salmastra che Ai sensi eccitati portava Il gusto del mare. Netto nel cielo azzurro e infinito d’estate Si stagliava il sole. Due telefonate agli amici ed eri fuori Nell’afa cocente né la sentivi tu, Ebbro di vita bollente che traslucea sulla pelle come una scia di sudore sottile, ecco l’estate, ecco la vita, siam pronti a gioire! Ogni strada del paese era ricolma di sole. Sfrecciavi veloce con la bici Nel silenzio del giorno Che si ripara dal caldo, via Roma deserta e del Comune la piazza, strideva con forza per aria un alcione e al coro delle cicale si univa poi con un salto deciso pel cielo volava; ti giravi appena a mirarlo sorpreso per vedergli sorvolare alto le grandi colline di ulivi e mediterranea macchia vestite e le mille sfumature di verde dal sole esaltate; ma tempo era di recarsi al mare, il grande mare che di noi tutti sua gente è un’infinita quarta parete che nulla allo sguardo preclude ma all’infinito sembra ispirare. Ed ecco gli amici già pronti sulla rena brunita E le ragazze già calde dalla pelle di miele, grida felice qua e là un bambino. Suonano piccole radio Con voce elettronica I pezzi dell’anno. Ti svestivi veloce dai pochi indumenti ed eri già in acqua tra mille schizzi. E poi c’era lei, la sola tra tante, e ogni cosa aveva il suo senso se dai suoi occhi di mandorla nera guardavi il tuo mondo. Brillava la sua pelle Di piccoli diamanti d’acqua, spessi e bagnati i capelli incorniciavano il volto come il sottile costume ne nascondeva le forme che esaltava a un tempo. E la fantasia correva E accellerava del cuore il suo battito, un bacio leggero di labbra salate, una stretta di mano poi: ‘Che dici, giochiamo?’ Si irradiava il suo sorriso sul mondo. Sentivi forte la vita E la sabbia, il mare, il cielo e gli amici Erano parte di te illimitato; Niente sarebbe stato diverso Da quello che avresti voluto. Bastava tendere la mano Per rendere di potenza volontà Possibile, più simile agli dei che non all’uomo è un ragazzo di fuoco sulla riva ligure di un paese nel cuore dell’estate. Così ci sorprendeva quindi il tramonto mai atteso, di rosso il cielo il mare infuocava e le case pastello al di là del treno che via ti avrebbe portata, a casa, almeno fino a sera. Un ultimo bacio, uno ancora e ti guardavo salire e poi andare. Selvaggi del giorno rincasavamo felici, mai stanchi, in attesa di ciò che la notte avrebbe portato. Che la luna non si presentasse nemmeno, che nessuna stella brillasse nel cielo se la notte noi non avesse cullato e i nostri baci audaci custodito, un gelato veloce di mango e limone e poi di nuovo in spiaggia sulla sabbia appena bagnata a imparare l'amore maestri di vita.
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