DIALOGO
Di porcellana una scheggia affilata
Un lungo segno scuro, come un taglio,
nell’onda morbida e lunga dell’erba
Tutte le ore di una giornata
Una carezza sfuggita per sbaglio
L’indomani e quel po’ che riserba
La luce nella stanza, le lenzuola
Il caldo reso alla pelle aderente
Da qualche parte un pene e una vagina,
come un’antica, doppia parola,
sotterrata nel buio ma presente
La luce della notte, la mattina.
Ecco, queste all’incirca le parole
di un dialogo serrato e a volte franto
in superficie ma sotto, nel fondo,
come impediti a passare le gole,
un raro riso e più spesso un pianto
stanno, annegati nel brusio del mondo.
QuinNov21
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