Pubblicato il 24/11/2012 04:23:33
La parola cambiamento implica tutta una serie di circostanze molto importanti. Si potrebbe concettualizzare il cambiamento come frutto di un processo di: scongelamento --- > cambiamento ---> ricongelamento Questo schema ci aiuta a capire la portata del cambiamento del tipo più duraturo (perché il passare da uno stato di cose ad un altro può avere diverse sfaccettature, che si stagliano su un continuum che va dal "mutamento nell'immediatezza", e quindi connotato di profonda transitorietà, al cambiamento potenzialmente eterno, o quantomeno fino alla morte di uno stato di cose, che comunque rappresenta anch'esso un cambiamento). Il cambiamento che intendo trattare in queste righe è quello di tipo duraturo. Quando si accende in noi la scintilla cerchiamo di trasformare uno stato di cose attuale in quanto sentiamo un tipo di pressione proveniente dall'esterno, dall'ambiente, dalla cultura, dalla socialità, che ci opprime e ci appesantisce. A questo punto interviene la fase dello scongelamento, che è forse la più difficile da trattare, in quanto implica il superamento di quelle che sono delle "ansie persecutorie" dovute al particolare tipo di mutamento e che minano la sensazione di piacevolezza che accompagna il mantenimento di un determinato status quo. Gli uomini sono esseri prevedibili che si prodigano essenzialmente in comportamenti standard e stereotipati perché questi riescono a donare sicurezza e "senso" al loro mondo, un senso che non si farebbe strada in un procedere degli eventi di tipo caotico. Uscire dalla routine significa uscire da questo circolo, aprire nuove strade, nuovi orizzonti, rompere la standardizzazione significa intraprendere un viaggio verso l'insicurezza e verso tutto quello che è sconosciuto. Superata questa fase ci adoperiamo nel cambiamento vero e proprio, ovvero nella messa in atto dell'azione stessa portatrice di cambimento: in questa fase l'intenzione è superata e la motivazione diventa il cardine della prosecuzione (o persecuzione...). L'ultima fase, "il ricongelamento", implica il ritorno ad un mantenimento dello status quo dopo che il cambiamento è avvenuto. Con questa sorta di modello - che non è farina del mio sacco (ma che ho preso in prestito - e riadattato - da un certo Kurt Lewin, uno dei padri della Psicolgia Sociale) riusciamo meglio a comprendere che la vita è un susseguirsi di fasi transitive che scandiscono momenti in cui si alternano delle "crisi" - o perturbazioni che minano un determinato equilibrio personale (omeostasi) e per le quali vengono messi in atto dei processi di trasformazione in risposta a delle pressioni ambientali percepite come eccessive - e delle fasi dove viene mantenuto uno status quo in quanto le pressioni esercitate dal sitema non riescono a minare l'equilibrio o quantomeno rientrano in una finestra di tolleranza. Queste pressioni possono essere di tipo endogeno (ovvero provengono dall'interno dell'individuo) e di tipo esogeno (ovvero provengono dall'esterno e da situazioni che non dipendono direttamente dal nostro controllo) come ad esempio alcune malattie. Il cambiamento in ogni caso può seguire numerose strade che semplicemente si rivelano nel suo essere, qualunque esso sia, solo a fatto compiuto (e infatti chi può dire veramente cosa sia giusto o cosa sia sbagliato?). Il segreto sta nella motivazione, nel coraggio, nel credere nelle proprie forze, nell'autoefficacia, nello scongelamento di quel macigno/iceberg troppo pesante da poter trasportare sulle proprie spalle senza che venga in qualche maniera livellato, scongelato. La metafora dell'iceberg potrebbe essere calzante per riuscire a comprendere come il peso degli eventi (esogeni o endogeni) creino questa sorta di enorme ammasso ghiacciato che grava sulle nostre schiene. Sta a noi decidere se portarlo con fatica nei cunicoli di una grotta oscura e marmorea - dove non può in alcun modo discogliersi, in un viaggio prestabilito ma faticoso - oppure cercare di uscire per rivelarsi alla calda luce del sole, innestando così il processo di scongelamento e sentendo una ad una le gocce trasudare da questo imponente e gravoso ammasso; e nel lento scorrere e cadere a terra restituirci il pieno significato delle nostre scelte, ovvero del processo di cambiamento che stiamo cercando di mettere in atto in noi, ma anche nel mondo stesso, in quanto esseri immersi in un sistema che comprende contesti e relazioni. "Dissolve"di Nancy Eckels
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Alessio Tesi, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|