Vaga strana indefinita
spaurita informe inquietante
non ha inizio né fine
come la corda tesa a mezz’aria
dove muovono i passi
e non sai se vacillare
sia un pregio o un difetto
Come quando dall’utero ti separi
e non t’aspetti che fuori piova
ché se il sole splende
l’emozione è la stessa
È accaduta già ogni cosa
e il timore è nella frequenza del ritorno
il vento funesto il freddo alla schiena
la notte di ombre e fantasmi
È accaduto che tra vita e morte
le sventure sono sopravvissute
con la luna dall’alto
che non sorveglia la terra
ma dall’altra parte si volta,
nell’attesa dell’attesa
d’un battito lieve o un ruggito,
un respiro ansimante, crescente
il ritmo più fioco esploso
tra le onde che tremano, s’abbassano
nel sibilo d’una linea piatta.
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