E il pensiero di un numero mi contorce
fin nelle viscere come avesse il potere
di spezzare il giorno
dove un ostacolo si frappone dinanzi
o la terra si apre sotto i piedi
o l’onda m’investe nell’ebbrezza del vortice
Ci legherebbe ad un tavolo a scommettere
su ipotetiche coincidenze
svelandoci il mistero alla fine,
occhi ed orecchi serrati,
avvezzi a corsi e ricorsi
innesti di vite diverse
O ci spierebbe, esasperati dalla paura
che nella mente serpeggia
e riderebbe di noi,
fermi, ad aspettare su opposte rive,
e di quel ruminare i giorni
finché sparuto fiume mi riverserò nel mare
Sarà il gong
o un rullo di tamburi
a dire d’un finto traguardo
La vita trascorsa
o l’altra che ci adesca
E nessuna verità svelata.

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