E' un pomeriggio di calore buono
chironomidi che sfarfallano alla luce nuova
io sto eretto a un capo del mio campo
munito d'un motore
conto con gli occhi
intrisi di dovere
quanti di steli non riberran rugiada
stanotte
quanti s'appassiranno al suolo
sgozzati dal rotore
La mano che dà la vita
è la stessa che la toglie
nel proteggere da muffe
insetti malandrini
nel donare a virgulti poco amati
la morte aspra dell'aceto
E come purifico miatèrra
da costipazione molesta di verdume
così miocàmpo mondo
per grazia di sudore
battito affrettato
che più sangue pompa alla fatica
respiro asprigno
che dà forza al braccio
E' solo parvenza d'ordine
il gesto-dopo-gesto in logica sequenza
l'affidare
(contra vigenti leggi)
le ore di sfalcio alla corrente
che 'ndifferente lambe la mia casa
come la cura
che infinitamente ciclica
nell'infinito passar del tempo metto
a guardia delle rose
Ma è giusto
ch'io doni miafatìca questa
pur se misura d'inutilità reca
a fronte di distanza d'universo
per mantenermi il ruolo
che so d'avere in esso
Nell'equilibrio tra gesti adunchi e amari
al vevere del verde
e la serenità d'un ordine apparente
sta una mia ragione
a qualsivoglia oprare
attorno e indentro a questa casa
e tanto basta
al bilancio della sera
per questa attuale vita
(Tratta dalla raccolta inedita
"De rerum domesticarum")
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