Più non ti punge vaghezza
d'altri cambiamenti lassù
all'ordine delle cose
trasloco dopo trasloco
è come se l'arrocco delle superfici
avesse cristallizzato il tempo
per abbellir tuolòco
a fronte disegnandoti
l'inutilità d'un nuovo fare
Osservi suppellettili e altri oggetti
(che quando di spolvero
è l'intento tuo)
rimembrandone sensi ed occasioni
Riordini con essi domande
ricordi
altre elusive tracce
che dentro gli occhi son rimesse a fuoco
il "dove sarà costei?"
il "ricordo ben quel tempo / luogo"
emergon freddi da bauli astratti
ma se ne scema l'importanza
come se pietre e legni della casa
preparati si fossero a un loro rimaner
contro lo svaporare tuo
che sai t'attende
E se gli spazi adatti
già pieni son di queste dolci note
non è per questo, no
che più non doni al random
un cambio nell'ordine che hanno
né culli il desiderio
per la ricerca d'un arredo nuovo
inaspettato ai rari ospiti tuoi usati
Quando che spegni luce
chiudi porta
quando che volgi dentro gli occhi
a fine di giornata
pensi che come loro sei
un testimone alle memorie altrui
senz'altro tu t'abbi ormai da fare
che volgere il respiro
al sonno che risrtora
(Tratta dalla raccolta inedita
"De rerum domesticarum")
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